
Corrado Fortuna @ Bellalago
Corrado Fortuna è un attore, regista, scrittore e occasionalmente anche DJ, nato a Palermo nel 1978. Ha iniziato la sua carriera nel mondo dello spettacolo come attore, ottenendo riconoscimenti per i suoi ruoli in film come “My Name Is Tanino” e “Perduto amor”. Negli anni ha sviluppato anche un’attività da regista, fondando una casa di produzione chiamata ClubSilencio, e si è dedicato alla scrittura pubblicando tre romanzi. La sua passione per la musica lo ha portato a sperimentare anche come DJ, sebbene non sia la sua attività principale.
In una vecchia intervista del 2017 diceva:
«Metto vinili dal 1992, avevo 14 anni, oggi ne ho 39. A un certo punto sono andato via da Palermo e ho smesso di mettere dischi e ho cominciato ad approcciarmi alla musica in modo diverso, cercando di fare piccole produzioni elettroniche. Da cinque o sei anni ho tirato di nuovo fuori i miei piatti, che hanno la bellezza di 26 anni». Quella del deejay è forse l’attività meno conosciuta di Corrado Fortuna: attore, scrittore, conduttore e regista palermitano che non ha bisogno di presentazioni, noto al grande pubblico per film come My name is Tanino, Alla luce del sole o To Rome with love. L’ultima performance mercoledì alla Fabbrica 102, a Palermo.
Una passione, quella per la musica, coltivata con abnegazione e che non ha risparmiato delusioni. Superate senza traumi: «Ho una bella collezione, non saprei quantificare il numero di vinili che possiedo. Una volta ho subito un furto tremendo a Palermo: nel garage dei miei genitori tenevo conservata una collezione di dischi anni Novanta, circa mille vinili. Spariti. Mi sono sentito un po’ come uno che perde il telefono e non ha più i numeri di parenti e amici. Penso che sia stato il segno che la vita mi ha dato per dirmi che dovevo ricominciare tutto da capo». Con un precedente che torna alla mente a Fortuna: «C’è un gruppo inglese, i Doves. Facevano musica elettronica. Nel loro studio divampò un incendio, si salvarono solo gli strumenti analogici. Beh, il loro nuovo disco fu un lavoro indie rock».
Corrado ripercorre gli inizi della sua passione per l’elettronica: «Negli anni Novanta la musica elettronica stava succedendo. In quel periodo a Parigi si facevano i rave sul centre Pompidou. In Italia, invece, la musica che arrivava era veramente orrenda, per non parlare di Palermo». Poi qualcosa è cambiato: «La club culture, negli ultimi 25 anni, ha avuto una crescita esponenziale. Non è esistito un così veloce sviluppo come quello avuta dalla musica da club, che è anche molto migliorata, si è ramificata. Non è più solo techno o house, ci sono mille categorie. Io pesco un po’ qui e un po’ lì. Compro vinili nei negozi, qualcosa mi faccio spedire da internet, ma non mi fisso con i generi. Suono vip o anche cose senza cassa. Dipende dall’ora o dalla gente che ho davanti. Sono duttile, posso mettere Battisti tra due pezzi con la cassa: per esempio, Il veliero di Battisti suona molto bene se inserito in mezzo a tracce di disco music. Guardo molto la pista, sono un deejay che balla e si diverte».